Citerna

Storia del Paese
Cosa c'è da vedere



Citerna è inserita tra i Borghi più belli d'Italia.
Conosciuta in epoca romana come Civitas Sobariae, subì ripetuti saccheggi durante le invasioni barbariche. In età medievale appartenne ai Malatesta per essere successivamente incorporata nello Stato della Chiesa (XV secolo), la città continuamente contesa per la sua posizione strategica, conserva ancora nella cinta muraria, nei camminamenti medievali e nell’acropoli sovrastante il borgo, la memoria della sua nobile storia.

Agli inizi del XVI secolo il Papa concesse in vicariato Citerna ai Vitelli che la governeranno fino alla fine del Seicento, fu in questo periodo che Citerna conobbe il periodo del suo massimo sviluppo urbano.

Il 23-26 luglio 1849 diede asilo a Garibaldi ed alla sua colonna di circa 2.000 volontari, rimasti dai circa 4.000 usciti da Roma al termine dell'assedio ed in marcia verso l'Adriatico.

Nel corso della seconda guerra mondiale, subì gravi ed irreparabili danni ad opera dell'esercito tedesco: la già celebre rocca venne quasi completamente rasa al suolo.
ll borgo è formato costituito da due strutture urbane sorte in tempi diversi: l’acropoli, la zona fortificata che costituisce il nucleo originario del paese ed il burgus, aggiunto nel Duecento sviluppato lungo la strada principale del paese, e sotto la quale si trovano alcune delle cisterne che danno nome alla località. Si tratta di recipienti costruiti o scavati sotto terra per il recupero delle acque piovane.


Ne sono state censite sette, ma è probabile che ve ne sono altre, la più grande, con una capienza di 450 metri cubi, è visibile negli Ammassi dell’ex convento di San Francesco, in cui sono stati recuperati spazi espositivi, camminamenti di grande suggestione e un complesso sistema di cunicoli sottostanti il corso principale.

Lungo il perimetro delle mura, sui lati est e ovest, si trovano i camminamenti medievali, con aperture a tutto arco perfettamente conservate. 
Il nucleo storico di Citerna è racchiuso dentro la cinta muraria, risalente al XV secolo. Due sono gli accessi principali: a sud da Porta Romana e a nord da Porta Fiorentina.

Entrando da sud troviamo subito alla nostra destra il Monastero di Santa Elisabetta, nella cui chiesa, a forma esagonale, si trova una Vesperbild, iconografia tedesca raffigurante una Pietà del XIV secolo.

Sempre dal corso principale si accede a Casa Prosperi – Vitelli, al cui interno si ammira il camino del XVI secolo detto degli Innamorati.
 
Lungo il cammino troviamo la Chiesa di San Francesco una chiesa-museo per le preziose opere d’arte che vi si conservano.

Costruita nei primi decenni del Cinquecento, ha pianta a croce latina con nove altari riccamente decorati.

Vi si trovano dipinti di Simone Ciburri, un affresco di Luca Signorelli e della sua scuola (1550 circa), una deposizione del Pomarancio, alcuni dipinti di Raffaellino del Colle e una collezione di paramenti sacri finemente lavorati in seta e oro.

Nel transetto di sinistra si ammira un crocifisso ligneo in stile bizantineggiante della fine del Duecento.

Dietro l’altare maggiore un maestoso coro ligneo in noce, realizzato nel XVI secolo contiene 25 scanni e un monumentale leggio.

 
Sopra il coro sta la Madonna con Bambino in terracotta policroma alta 110 cm, recentemente attribuita a Donatello giovane, datata 1415. La Madonna di Citerna rientra in quella categoria di opere devozionali destinate alla devozione religiosa familiare all’interno delle case patrizie. Il gruppo scultoreo, a figura intera, misura 114 cm, la base è larga 34 cm e profonda 38cm. La terracotta è foggiata a tutto tondo; sul fronte la modellazione del manto è ricca e accurata nei panneggi e nei particolari figurativi. La perdita della policromia nella fascia inferiore dell’opera ha messo in evidenza i segni della lavorazione della terracotta al di sotto della preparazione. E’ quindi possibile intuire l’intenzione dell’artista durante la fase di modellazione, quando ha inciso nell’argilla “ a consistenza del cuoio” la decorazione del bordo inferiore della veste, che termina con una frangia di cui apprezziamo la freschezza dell’andamento sinuoso.
Dalle frange dell’abito sporge aggettante e con una perfetta finitura il piede nudo, calzato in un sandalo. Il corpo ceramico si presenta compatto e senza inclusioni, denotando l’ottima qualità dell’impasto. La Madonna di Citerna ha subito nel corso dei secoli diversi interventi pittorici che hanno compromesso la leggibilità dell’opera: stratificazioni plurisecolari operate in diversi periodi storici che hanno causato l’offuscamento della policromia originale. Le motivazioni di tali interventi vanno ricondotte in parte al degrado della policromia, ma anche e soprattutto al cambiamento del gusto nel corso del tempo.

 
Proseguendo il cammino si arriva alla Torre Civica, decorata da un orologio a incastri meccanici in legno, risalente al XVI secolo.
Sulla leggera salita di fronte, svetta la facciata della Chiesa di San Michele Arcangelo, costruita intorno al 1680, che conserva al suo interno una bellissima Madonna con Bambino della scuola di Giovanni della Robbia, una pregevole Crocifissione su tavola (1570) con relativo altare ligneo del Pomarancio e una campana datata 1269.
Proseguendo per la via si arriva alla piazza principale , si può la terrazza naturale che si affaccia sull'alta valle del Tevere e la corona appenninica.

 
Sulla parte occidentale della piazza  si erge invece la Rocca, la parte piùantica del castello.

Di origine Longobarda (VII sec.), ricostruita nel XIV secolo, era l’antica residenza dei signori del luogo. Il bastione occidentale e il Torrione rotondo, divenuto simbolo del paese, completano il lato occidentale della cinta muraria.
Guardando dalla terrazza che si apre sull'altro lato della rocca, è possibile scorgere il monte della Verna, dalla caratteristica forma quadrata, ed il monte Fumaiolo, da cui nasce il Tevere.
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