Alle ore 21:30 avrà luogo nella Casa della Cultura di Acquasparta la messa in scena dello spettacolo dal titolo “À rebours - Lo sguardo delle cose”, una pièce teatrale scritta e diretta da Francesco Severini.
cae9c69aContenuto di 8ba5af6f UmbriaEventi.com 7c6a21e4
9eda6514Contenuto di ff3d0bb3 UmbriaEventi.com 77b41cbcLa rappresentazione si articola in sette monologhi – oltre ad una scena d'insieme - nei quali gli attori diventano oggetti “umanizzati” di altrettanti celebri artisti, più precisamente: Erica Cinotti sarà la farfalla di Hermann Hesse, Federico Palomba l'albero maestro del battello di Jules Verne, Beatrice Beltrani sarà l'abito di una delle dame dipinte da Giovanni Boldini, Chiara Andreucci avrà la parte di una mucca nel quadro “Io e il villaggio” di Marc Chagall, Tommaso Bassetti sarà lo scalpello di Michelangelo, Rachele Astolfi una piccola pagina bianca delle partiture di Wolfgang Amadeus Mozart, Cristina Liti infine incarnerà in una sorta di singolare unisono il dualismo di una mano femminile e di una maschile.
a2d8147bContenuto di 2701aaef UmbriaEventi.com c810c16d
c0195558Contenuto di bc480b70 UmbriaEventi.com b61741c8La musica avrà un ruolo portante nel corso della rappresentazione: Federica Cami eseguirà dal vivo musiche che spaziano da Mozart a Sakamoto, introducendo le scene e segnandone alcuni fra i momenti salienti, mentre Elisa Gubbiotti danzerà sulle sue stesse coreografie. Le scene e i costumi si giovano della collaborazione di Rea Picchiarati, Manola Tromboni per l'occasione si occupa di una singolare installazione scenica sonora. Le luci e la fonica sono a cura di Ludovico Ciribuco (Musical Sound) e le riprese video sono affidate a Stefano Casciotta. La regia è di Francesco Severini, con la collaborazione gioiosa e determinante di tutti gli attori. Il titolo “À rebours” rimanda alla omonima opera di Joris Karl Huysmans, considerata un testo chiave del decadentismo letterario agli inizi del Novecento; in italiano suona come ‘a ritroso' o anche 'controcorrente', ed in entrambi i casi induce il sottotitolo “Lo sguardo delle cose”: si tratta infatti di un ipotetico viaggio interiore non soltanto vivo di una propria peculiarità temporale, quanto della presenza e dell'ardore della memoria, che dona un alone di immanenza ai ricordi. Il tema che percorre la scrittura quale fil rouge della narrazione è quello della creazione, la creazione artistica nella fattispecie, ma non solo: da essa, che ne è causa ed effetto, dipendono gli assunti legati alle disparate intimità di ogni artista e soprattutto degli oggetti che sono stati parte integrante del suo lavoro (come per lo scalpello di Michelangelo) o che ne sono stati fonte ispiratrice (nel caso della farfalla di Hermann Hesse). Ciascuno di essi, forte di un proprio vissuto, diviene dunque estensione concettuale dell'artista, del quale incarna una fisicità solo apparentemente irreale. Così nei racconti e nelle vicissitudini dei personaggi si snodano, degni di un'attenzione confidente, alcuni tra i concetti basilari che trasudano emergenza di vita - la gloria, l'immortalità, la veemenza artistica e, su tutti, l'amore – quella vita il cui anelito si spinge ben oltre ogni evidenza tangibile.853e55a3Contenuto di 84b85b9f UmbriaEventi.com 2c701b65